La Tenda_

“La Tenda_ è un disegno che si sviluppa percorrendo, un luogo d’appartenenza in espansione nella ridefinizione continua delle proprie coordinate, la veste nomade e multicolore di una condizione di sradicamento e riorientamento permanente in una geografia ventosa, un albero dalle radici volanti.”

La Tenda_ parte a Berlino nel 2010, per rispondere alla politica dei respingimenti: affronta il tema dell’abitare insieme. Spazia in luoghi e momenti diversi.

La sua ultima tappa come Iper_Tenda, a Roma, per il festival delle periferie al Mattatoio La Pelanda.

La Tenda_15 km Berlino United for Global Change 2011

La Tenda_al MAAM con J. Barros 2016 a Metropoliz, Roma

mappa percorsi Riace_per La Tenda_7km. C&Q e Città Futura 2014

Linee/Luce

La Tenda_ è fatta di linee di colore, nasce come percorso e si costruisce a tappe, collegando possibili spazi di incontro, altrove. Vuole contenere, idealmente, tutti i colori dello spettro cromatico visibile ed invisibile ai nostri occhi: portatrice di nuove alleanze oltre la nostra condizione di percezione, è tesa ad intercettare altre frequenze di contatto e scambio.

Inkjet b/w 2011 Cprint 15 x 10

Ci sono percorsi, passaggi, che non vengono tracciati, che rimangono tra le linee. È tra le linee compromesse e mancanti di questa stampa, che si innestano le prime linee della Tenda_.

La Tenda_15km

Nata come un riparo, un paesaggio in movimento tra le pareti domestiche, scende in strada a Berlino e si unisce al corteo United for Global change nel 2011. 15 km di percorso dopo i quali viene installata alla mostra Fünfzehnkilometer arrivando per l’inaugurazione come invitata e protagonista: come Tenda_15 Km il

Fünfzehnkilometer il 15.11.2011

“15 kilometri da attraversare, in una distanza che diventa luogo, quello dell’impazienza del partire rispetto all’idea dell’arrivare, dalla stiva alla riva in un istante,

Quello della linea dell’encafelogramma prima che diventi orizzonte, quello della scia della lancetta di un radar prima che sia terra”.

Cartolina d’invito f/r alla mostra Fünfzehnkilometer alla Galleria Franzotti. Berlino 2011

La Tenda_7km

Si estende come Tenda_7 Km nel 2014, in un’azione che coinvolge il borgo di Riace, in Calabria, e la sua popolazione: lanciando, annodando, srotolando sette km di colore; la distanza da quella costa, alla quale approdano migranti che dal 2009 qui vengono accolti.

La Tenda_ si definisce percorrendo, e’ la celebrazione dell’incontro con un territorio ed i suoi abitanti, attraverso il quale approfondire il proprio percorso. Ha imbastito i suoi KM di colore lanciando sassi, annodando un tetto ad una porta ad una strada, con mani e piedi, dribblando le linee spezzate per trovare altre coordinate dell’ abitare insieme lo spazio, del giocare insieme: proprio come questo campo da calcio, a due passi dal quale, sono stata invitata ad ancorare Tenda_ con i suoi Km di colore, il suo percorso a ritroso in un’installazione che li contiene potenzialmente tutti.

La Tenda_ trova a Metropoliz un luogo che corrisponde alle linee del suo disegno, ignorando una geografia che ci divide e non corrisponde piu’ alle nostre rotte.

La

Tenda_alMAAM

La Tenda_ viene sospesa nel 2016 al MAAM, alle pareti dell’hangar di Metropoliz.

Il MAAM Museo dell’altro e dell’altrove è il luogo scelto in corrispondenza alle proprie condizioni di partenza, nella precarietà e temerarietà di un progetto che intreccia una condizione di emergenza nell’arte con la protezione di un luogo di vita, affrontando l’idea dell’abitare, del convivere nella diversità e oltre i propri confini, immaginando insieme un altrove.

Linee verticali, di un capanno dismesso, una verticalita’ che non conosce posa, come i piccioni che lo abitano in questo grigio circolare. L’orizzonte e’ da costruire, non incontra piu’ la terra. la Tenda e’ sospesa e puo’ protendersi, trovare i propri percorsi, i propri appigli. Fettucce di raso e calamite a segnare meridiani magnetici sul metallo di queste pareti, dove il colore incontra il gesto, negando il limite, individuando varchi di un panorama possibile, quello del contatto privo di bussola, se non quella del corpo che raggiunge, si protende, incontra.

La Tenda e’ a tutto tondo e trova nel capanno anche quell’ abbandono, quegli squarci, crateri e tracce di altre storie, quegli scarti, amianto, calcinacci e resti che ne fanno inevitabilmente ancora parte. Intessuta di questa fragilita’, fa’ dell’abbandono la strategia del suo incedere apolide, perche’ abbandonandosi cede al varco, allo strappo, lo accoglie e quando puo’ lo incarna.

una serie di poster in bianco e nero realizzati a partire dalla documentazione della Tenda_7Km a Riace, si innestano nelle linee verticali dello spazio dell’hangar, alcuni momenti dell’intervento con le stesse linee della Tenda ed i suoi protagonisti per le strade del borgo.

La Tenda_al MAAM si realizza in due date, per le quali il Metropoliz apre le porte al pubblico. In queste due occasioni coinvolgerà i visitatori, sia nella costruzione e quindi nei gesti propri e ripetuti del procedere della Tenda, sia partecipando agli interventi, performance, proiezioni e prove teatrali che si sviluppano sotto la Tenda.

24 settembre 2016 Festa dell’equinozio La Tenda_ in cantiere

(dall’invito )“In occasione della festa dell’equinozio al MAAM la Tenda trova la condizione di luce propizia per calibrare la portata dei suoi colori e ridefinire la misura delle proprie linee in un parallelismo che a distanza di due anni, nelle stesse date ed in un’altra festa a Riace, in Calabria, la vedeva protendersi per 7km riportando al presente lo stesso gesto, del lanciare, tendere, estendersi, da un capo all’atro di una linea che non ammette frontiere, barriere. Una linea che e’ gia’ percorso di appartenenza da costruire insieme”.

Invitati ad intervenire sotto la Tenda_al MAAM

The Black is the new Black, Black Reality, Semivolanti, Centro Culturale Giorgio Morandi

L’homo sacer e la sovversione, una lettura sotto la Tenda_ Susanne Rieper

Verrà trattato il momento di transizione dal sistema di produzione fordista al sistema di produzione post-fordista iniziato negli anni settanta del secolo scorso. L’attuale sistema rende la vita di tutti noi, migranti e italiani, precaria. Perenne vulnerabilità, iperattività, inquietudine, incertezza e ansia sono sentimenti e condizioni diffuse. Il migrante illegale, inoltre, viene privato del proprio valore, diventa homo sacer (Giorgio Agamben), rifiuto umano (Zygmunt Bauman) ma allo stesso tempo, ridotto al suo corpo, esso riappare come laboratorio della sovversione (Dimitris Papadopoulos/Vassilis Tsianos).

29 ottobre 2016 inaugurazione della Tenda_al MAAM

Ghetto Italia, proiezione delle fotografie di Gianluca Tullio

Siamo nelle campagne e in alcuni dei ghetti a pagamento formatisi nel territorio, dove vivono i braccianti immigrati che sono sfruttati da un caporalato sempre più feroce.
 La maggior parte di queste favelas sono nascoste, altre nascono a pochi metri dai centri d’accoglienza, è il caso di Borgo Mezzanone dove i braccianti hanno occupato la pista dell’ex aeroporto militare, ma comunque queste persone continuano ad essere invisibili.

I only escape through the exit door, una performance di Joanna Barros

Uno scarto rispetto alle logiche tradizionali, la mia performance affronta lo stato di emergenza nel quale ci troviamo, un salto che fa della nostra condizione di fragilità una forza.

Nodi (serie) 2016 spray acrilico su stampa B/N A4

IPER Festival 2024